il sangue è vita
Donazione
Domande frequenti
Risposte alle domande più frequenti
  Non mi importa donare; tanto se ho bisogno ci pensa l'ospedale. A me non importa nulla; se ho bisogno, il sangue lo pago. Ma perché non ci pensa lo Stato?
Il sangue umano è un “bene” che, fino ad oggi, malgrado le notizie circolanti sullo stato delle ricerche, è “prodotto” esclusivamente dalle persone, e pertanto:
A) nessuna struttura ospedaliera è in grado di assicurare alcuna terapia trasfusionale senza la preventiva disponibilità dei donatori;
B) per lo stesso motivo, la disponibilità del “bene sangue” non dipende dal mercato, quindi non ha prezzo economico;
C) per le ragioni esposte nei punti A e B, lo stato non può che affrontare il problema - e deve farlo - con campagne di sensibilizzazione verso la popolazione e creare gli strumenti normativi per garantire la massima sicurezza possibile e l’ottimizzazione del sistema trasfusionale in tutte le sue articolazioni.
  Donare sangue fa male?
Per un adulto sano che si sottopone regolarmente alle valutazioni di idoneità la donazione comporta alcun rischio. Esistono precise disposizioni che regolano la raccolta del sangue: la quantità del sangue che viene sotratta mediamente ad ogni prelievo è minima ed è stabilita con Decreto Ministeriale in 450 centimetri cubi più o meno il 10%, e comunque in percentuale inferiore al 15%, pari a circa il 10% del sangue presente nell'organismo umano. L'intervallo tra una donazione di sangue intero e l'altra non deve essere inferiore a 90 giorni. La frequenza annua delle donazioni non deve essere superiore a 4 nell’uomo e a 2 nelle donne di età fertile. I controlli e le visite periodiche costituiscono inoltre medicina preventiva, a tutela dello stato di salute generale del donatore.
 
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